Oggi per caso mi sono ritrovata a fare una passeggiatina sul blog di questa Signora: un angelo dal cuore e dalle mani d'oro che ha fatto della sua casa un tempio per noi, Shabby People!
Tutto ciò che è passato tra le sue mani ha trovato vita nuova attraverso sapienti e semplici decorazioni. Senza contare il posto: in collina e a due passi da uno splendido mare (che sogno....)
E'ciò che si può definire una pioniera. La prima donna che si è conquistata gli onori e la fama nel mondo dell'arte di stampo maschilista.
Tecnicamente non è la mia preferita (nonostante sia stata allevata dalla scuola del mio mito:il Caravaggio) ma, per storia ed estrazione gode della mia più completa e sincera ammirazione.
Vissuta durante la prima metà del XVII secolo, riprese dal padre Orazio il limpido rigore disegnativo, innestandovi una forte accentuazione drammatica ripresa dalle opere del Caravaggio, caricata di effetti teatrali; stilema che contribuì alla diffusione del caravaggismo a Napoli, città in cui si era trasferita dal 1630.
Negli anni Settanta del secolo scorso Artemisia, a partire dalla
notorietà assunta dal processo per stupro da essa intentato, diventò un
simbolo del femminismo internazionale, con numerose associazioni e
circoli ad essa intitolate. Contribuirono alla affermazione di tale
immagine la sua figura di donna impegnata a perseguire la propria
indipendenza e la propria affermazione artistica contro le molteplice
difficoltà e pregiudizi incontrati nella sua vita travagliata.
Per una donna all'inizio del XVII secolo dedicarsi alla pittura, come
fece Artemisia, rappresentava una scelta non comune e difficile, ma non
eccezionale. Prima di Artemisia, tra la fine del 500 e l'inizio del
600, altre donne pittrici esercitarono, anche con buon successo, la loro
attività. Possono essere menzionate Sofonisba Anguissola (Cremona ca. 1530 - Palermo ca. 1625) che fu chiamata in Spagna da Filippo II; Lavinia Fontana (Bologna, 1552- Roma, 1614) che si recò a Roma su invito di papa Clemente VIII; Fede Galizia (Milano o Trento, 1578 – Milano 1630) che dipinse, tra l'altro, magnifiche nature morte e una bella Giuditta con la testa di Oloferne; Lucrina Fetti (Roma, 1600 ca. – Mantova, 1651) che seguì il fratello Domenico nella città dei Gonzaga. Altre pittrici, più o meno note, intrapresero la loro carriera quando Artemisia era in vita. Se si valutano i loro meriti artistici, il giudizio liquidatorio di
Longhi a favore di Artemisia come «l'unica donna in Italia che abbia mai
saputo che cosa sia pittura...» appare alquanto ingeneroso[31].
Tuttavia c'è, sia nell'arte sia nella biografia di Artemisia
Gentileschi, qualcosa che la rende specialmente affascinante e che
spiega l'interesse di alcuni scrittori e di alcune scrittrici nei suoi
confronti. La prima scrittrice che decise di costruire un romanzo attorno alla figura di Artemisia, fu Anna Banti, la moglie di Roberto Longhi. La sua prima stesura del testo, in forma manoscritta era avvenuta nel 1944, ma fu perduta nel corso delle vicende belliche. La decisione di ritornare sul libro, intitolato Artemisia,
scrivendolo in forma assai diversa, avvenne tre anni dopo. Anna Banti
si pone nel suo nuovo romanzo in dialogo con la pittrice, in forma di
"diario aperto", in cui cerca – in parallelo al racconto
dell'adolescenza e della maturità di Artemisia – di spiegare a se stessa
il fascino che ne subisce, e il bisogno che avverte di andare al di là -
in un dialogo da donna a donna - delle limpide (seppur appassionate)
valutazioni artistiche di cui avrà tante volte discusso con Roberto
Longhi[32]. Più di cinquant'anni dopo, nel 1999, la scrittrice francese Alexandra Lapierre
affronta, ancora con un romanzo, il fascino enigmatico della vita di
Artemisia, e lo fa a partire da uno studio scrupoloso della biografia e
del contesto storico che le fa da sfondo. L'indagine psicologica che
passa tra le righe del romanzo, per comprendere il rapporto tra
Artemisia donna e Artemisia pittrice, finisce per chiamare in causa,
come leitmotiv,
quello della relazione - fatta di un affetto che stenta a esprimersi e
da una latente rivalità professionale - tra padre e figlia. Ancora un altro romanzo, pubblicato più di recente anche in Italia, quello di Susan Vreeland (The Passion of Artemisa),
si pone nella scia della popolarità assunta da Artemisia Gentileschi
nell'ambito della lettura data, in chiave femminista, alla sua figura, e
sembra voler sfruttare il recente successo dei romanzi storici che
prendono le mossa da un'opera d'arte e dal suo autore. Incerti, per
analoghe ragioni, sono i risultati ai quali, secondo la critica[33], giunge la regista francese Agnes Merlet, con il film Artemisia. Passione estrema.
Oggi sono tornata presto a casa e invece di sfaccendare ho preferito...prendere il sole!
Alessio era in gita al mare, così mi sono presa un libro dalle nuove librerie Billy di Ikea che mia cugina mi ha regalato (si è svuotata il box: io ne ho approfittato per prendere ancora delle mensole stupende in legno massiccio!) e che ho lucidato e messo in taverna e...relax.
In quel momento avevo davvero caldo e ho desiderato ardentemente una piscina. Gli anni scorsi ne abbiamo avute due di quelle rotonde e autoportanti, ma per smontarle a fine stagione che fatica!! E poi è andato a finire che si sono bucate. Ora me ne piacerebbe una un po' più robusta, di quelle ricoperte in legno magari!
Una cosa è certa: non la smonterò per l'inverno, la isolerò molto bene, a primavera una bella pulizia e..splash!
Casetta Verde diventa un ristorantino in riva al mare....
magari!! Però però, la fine della V elementare va festeggiata con tutti i crismi...E allora, facciamo un piatto estivo. Di quelli da leccarsi i baffi. E poi finalmente l'orto comincia adare i suoi frutti.
Ogni primavera per me si apre una stagione di Operetta...personale.
Immaginate il grande Pavarotti, l'insuperabile Dominguez, il bravissimo Bocelli....la loro potenza
canora ed estensione vocale sono cosciute in tutto il mondo.
Bhe, io ho la fortuna di poter godere dell'equivalente...pennuto!
Adoro i volatili, ma questo merlo giovane, fiero e pieno di vita io lo adoro...
Ogni sera, all'imbrunire, comincia con un flebile gorgheggio, per continuare con un crescendo di cinguettii armoniosi, scale musicali differenti tra loro: dalla nota più bassa alla più alta e con una potenza inverosimile, considerate le dimensioni.
Gorgheggio...pausa (risposta di un suo simile si ode lontana), gorgheggio....pausa (di nuovo risposta da lontano).
Che grazia possiede questa piccola creatura.
Ecco io gli ho dato un nome: il Maestro.
Ora ascoltate : questo è molto bravo ma è nulla a confronto del Maestro..
Da generazioni, lui e i suoi "avi" mi regalano melodie indimenticabili, che infondono pace e armonia, dai nidi che costruiscono sul mio abete.
In questo mondo sempre più chiassoso e veloce, con roboanti moto e auto ruggenti che ti friggono il cervello, godere di questi piccoli momenti è un lusso.
E poi il Maestronon ha cachet...il buon Dio l'ha creato così: bello, fiero e generoso.....
Grazie Maestro!
Questo, ha lo stesso atteggiamento:pronto e sveglio.